L’uso del digitale da parte dei bimbi fino a 6 anni
“Ogni cosa a suo tempo” è uno dei principi della pedagogia. Ogni bambini ha il suo personale percorso di sviluppo e se è vero che ci sono dei momenti comuni per ogni piccola conquista e apprendimento è altrettanto vero che i bambini delle ultime generazioni ricevono stimoli nuovi che in passato nemmeno esistevano. Ci riferiamo a tutto ciò che è digitale. Quali sono le ripercussioni sulla crescita dei bambini? Non vogliamo condannarne l’utilizzo ma darvi una prospettiva educativa per aiutarvi a gestire in modo consapevole l’intromissione costante di smartphone, tablet e pc. Perché oggi una buona educazione passa anche dalla gestione della dimensione digitale, che deve essere responsabile e inserita in un contesto di stimoli multisensoriali di diversa natura.
Quali sono i bisogni di un bambino in età prescolare?
Nei primi sei/sette anni di vita i bambini hanno un pensiero sensoriale, ciò cosa significa? Vuol dire che per definire la realtà hanno bisogno di concretezza. Questo perché la conoscenza del mondo circostante avviene attraverso l’utilizzo dei cinque sensi: devono toccare, sentire, sperimentare profondità, materiali, profumi, sapori… Nell’esplorazione del reale interiorizzano e apprendono “cos’è il mondo” e riescono in questo modo a costruirne un’immagine figurativa interna. Indispensabile per alimentare quello che è il processo ideativo e creativo, cioè, semplificando, il pensiero. Quindi, per avere degli adulti pensanti dobbiamo prima crescere dei bambini “esploratori”!
Cosa succede nel cervello dei bambini
Le neuroscienze negli ultimi vent’anni hanno compiuto dei passi enormi nella scoperta del cervello umano ed in particolare in quello di bambini e adolescenti che è sempre stato assimilato a quello di un adulto in miniatura. Ora invece sappiamo che i processi neurali sono in continuo apprendimento fin circa ai 25 anni. Il cervello del bambino in particolare è permeabile: nei più piccoli la corteccia prefrontale, che concerne la presa delle decisioni e la personalità, deve ancora formarsi. Che cosa succede se il bambino viene eccessivamente esposto all’utilizzo di schermi? Una premessa è fondamentale. Il problema reale è che si espone il bambino ad una bidimensionalità che noi adulti siamo in grado di percepire e comprendere perché a nostra volta abbiamo già maturato piena consapevolezza di quello che è il mondo reale nella sua tridimensionalità. Il bambino invece non ha ancora questa coscienza, per questo sostituire il reale con il virtuale è così pericoloso e rischia di inibire uno sviluppo armonioso e completo. Le immagini che provengono dallo schermo soddisfano sicuramente il suo piacere ma, allo stesso tempo, agiscono negativamente sull’area prefrontale. Quest’ultima è anche l’area deputata alla capacità di concentrazione e di adeguamento alle regole sociali. Pensiamo a come potrebbe essere difficile per un bambino che, esposto in modo eccessivo all’intrattenimento digitale, deve poi adattarsi all’ambiente scolastico e per esempio rispettarne le regole o concentrarsi su consegne e compiti. Nella peggiore situazione l’abitudine ad abusare della rete porta a sviluppare quello che è stato definito come “Internet Addiction Disorder”: dipendenza dopaminergica di tecnologia con conseguenti stati di ansia, depressione, alterazioni cognitive e disturbi del sonno.
Uso del digitale: qual è il giusto compromesso
L’indicazione attuale dei pediatri e dei pedagogisti per bimbi della fascia 0-3 anni, è di non metterli mai davanti ad un video: in condizioni particolari come quella che stiamo vivendo e in cui il bimbo deve trascorrere a casa periodi lunghi, si consiglia di non fare vedere uno schermo per più di un’ora al giorno. E’ molto importante che ciò non avvenga nelle ore antecedenti il momento della nanna perché l’esposizione agli schermi attiva dei circuiti neurali elettrici che renderebbero poi difficile l’addormentarsi. E’ buona norma fino ai 6 anni (e in generale anche successivamente ma per motivi diversi) non lasciare che i bambini si abituino a tenersi compagnia con tv e tablet o ancora peggio a calmare le loro emozioni con l’uso degli schermi. Infatti, l’alienazione provocata da questi strumenti influenza anche la manifestazione e il contenimento delle emozioni con conseguente ripercussione, quindi, sulle relazioni.
La tecnologia può essere vista positivamente se riesce a veicolare momenti emozionali altrimenti non possibili. Vediamo come in questo periodo l’uso delle videochiamate ha permesso di tenere i bambini vicini a nonni e zii e di mantenere una vicinanza in altro modo, purtroppo, impossibile. E, sicuramente il bimbo si ricorderà in futuro che i nonni e i coetanei esistono, e delle cose fatte insieme. E perché no? Può essere bello ed utile continuare delle belle abitudini, come l’invio dei video da parte dei parenti o le videochiamate per un saluto e per la lettura di una fiaba o di una storia. In un mondo sempre più cosmopolita, dove crescendo il bambino può avere la necessità di mantenere amicizie e conoscenze lontane, è bene che si sedimenti in lui il ricordo e la consapevolezza che è possibile intrattenere rapporti anche a distanza.
Sì quindi all’uso consapevole e soprattutto accompagnato. I bambini devono essere non solo sorvegliati ma supportati nella comprensione di ciò che vedono nei dispositivi tecnologici e digitali. La riflessione guidata con l’adulto e la vicinanza fisica non deve mai mancare. C’è una responsabilità educativa dei genitori e i bimbi ci dicono che vogliono attenzione, relazione e tempo.
Sì anche a giochi interattivi intelligenti: esistono degli interessanti giochi online che se somministrati con cautela e parsimonia, possono influire positivamente sullo sviluppo cognitivo. Un uso, dunque, non un abuso.
Secondo la ricerca dell’organizzazione americana Zero to Three, sebbene i bambini apprendano meglio attraverso l’esplorazione pratica ma dato che di fatto la maggior parte di essi passa del tempo davanti agli schermi in età precoce, si può imparare da questa esperienza se ben gestita.
Occorre che:
- I contenuti siano appropriati rispetto all’età;
- Il tempo sia limitato;
- I genitori siano coinvolti e che aiutino i bambini a collegare ciò che vedono sugli schermi alla vita reale.
E’ dunque importante che il genitore aiuti il bimbo a concentrarsi sulla storia e non permetta alla tecnologia di guidare l’esperienza: come dicevamo, più un’esperienza sugli schermi è interattiva meglio è. Allo stesso modo è meglio che i genitori seguano il bimbo nell’attività, possibilmente, negli stessi orari – perché le routine danno certezza al bimbo – e in un contesto noto e dedicato tra le mura domestiche, in cui regni quanto più possibile la serenità ed il silenzio.
La didattica a distanza della Scuola Ada Bolchini dell’Acqua
In questo periodo la Scuola Ada Bolchini dell’Acqua ha dovuto fare i conti con un’assenza imprevista e dolorosa per educatori, bambini e genitori. Non è stato possibile elaborare con i bimbi il tempo del distacco, che avrebbe dato un senso a questa lontananza. La Scuola è così entrata nel mondo dell’online. Le attività didattiche sono state -e sono tutt’oggi- presentate come un gioco che è la formula preferita dai bimbi e funzionale agli apprendimenti. Questo perché alla base di ogni apprendimento c’è una relazione con ogni bambino che non può e non deve essere sostituita dal computer.
La relazione quotidiana fatta di accoglienza e fiducia è stata sostituita da momenti più semplici. L’attenzione tramite lo schermo è infatti decisamente inferiore: massimo 15 minuti se non addirittura meno. Il tempo di un saluto, quando riescono a sostenerlo emotivamente. Per i bambini di 4 e 5 anni i video brevi proposti dalle maestre sono arricchiti con canti, danze, racconti e spunti creativi di attività motorie, di musica e attività manipolative da fare in casa. Il tutto con strumenti e materiali di facile reperimento e normalmente già presenti in tutte le case.
Le risposte dei bimbi sono state varie e differenti: alcuni hanno da subito, entusiasti, interagito con le maestre e con gli altri bimbi, altri sono rimasti senza parole per la grande emozione di ritrovarsi tutti insieme, altri ancora non ne hanno voluto sapere! E tutti sono stati rispettati perché come dicevamo all’inizio “Ogni cosa a suo tempo”. La scuola ha anche aperto un canale YouTube, per lasciare ogni giorno a disposizione di bambini e famiglie spunti di esperienze, avvii di percorsi di esplorazione e di conoscenza da utilizzare in differita.
Le maestre dei bambini più grandi di 5 anni -tra cui la teacher Andy del Kindergarten e l’insegnante Adelia della sezione Pittori- continuano ad impegnare la settimana in brevi attività mattutine in diretta in orari concordati e in video-lezioni del venerdì riassuntive dei momenti giornalieri condivisi e da potere rivedere, il tutto nell’ambito del tema della settimana comunicato ai genitori.
Accanto a queste esperienze puramente didattiche, la Scuola, nelle scorse settimane, ha scelto di ascoltare e supportare di più le famiglie: molte mamme hanno chiesto ad esempio il modo più corretto per gestire alcuni comportamenti dei propri piccoli. E’ stato per questo proposto un servizio di supporto a distanza tramite psicologa, molto utile e ben accolto.
Non solo, la scuola ha deciso da tempo di mettere l’educatore al fianco dei genitori: il focus è diventato il “nucleo genitore – bimbo”. Questo per favorire i genitori che, fino a poco tempo fa, erano presenti in modo limitato nella vita dei propri figli e che ora si trovano in difficoltà a gestire una quotidianità molto impegnativa. Viene dunque definito il gioco, l’attività, le maestre ne parlano con i genitori e ne spiegano le finalità, fornendo loro i suggerimenti utili su come potere affiancare i bimbi nelle stesse.
In questo periodo particolare per gli insegnanti della Scuola Ada Bolchini dell’Acqua i genitori sono diventati il tramite per continuare ad occuparsi e prendersi cura dei bimbini, ascoltandoli con umiltà e restando in contatto per i feedback, per le attività che possono svolgere da soli con i bimbi o insieme all’educatore.
Un grande traguardo raggiunto per dimostrare che i maestri della scuola sono intrattenitori ma anche professionisti che sanno portare la pedagogia fuori dalle mura scolastiche, per un sostegno emotivo alle famiglie e per meglio sviluppare il potenziale umano che è nel bambino e nell’adulto.