Il segno grafico nel bambino di due anni
Sin dai suoi primi mesi di vita, il bimbo interagisce con la realtà che lo circonda ed avverte la sua manina come un elemento esterno.
Fino a coglierla poi, tra i due e tre anni di età, come parte di sé e, allora, diventa per lui uno strumento di comunicazione e svela la nascita di un suo personalissimo segno.
E poi le prime forme chiuse, quando il bimbo inizia ad avere una maggiore consapevolezza e percezione della realtà che lo circonda.
Solo dopo i tre anni, per qualche bimbo anche a quattro e cinque anni, il segno si arricchisce di significati e simbolismo e si sviluppano i disegni veri e propri.
La fase evolutiva dei due anni
“C’è chi li chiama i terribili 2, io sorrido spesso con i genitori dei nostri bambini perché credo che i due anni siano paragonabili ad una adolescenza: emozioni, anarchia, ma anche un meraviglioso ed insolito modo di vedere noi adulti. I bambini di due anni ci scrutano, è una sfida continua, a tratti molto divertente, il segreto è non mollare mai, sono importanti anche i no… A due anni il linguaggio verbale non è ancora ben padroneggiato e la scrittura e la lettura sono ancora lontane, è il periodo in cui il bimbo inizia a pronunciare le prime sillabe. A questa età il bambino fatica ad esprimere i propri sentimenti con la parola e proprio attraverso lo “scarabocchio” definisce e consolida la propria personalità. E’ inoltre l’età in cui i bimbi acquisiscono un’autonomia ed indipendenza nuove, che prima non possedevano e che potenzieranno alla scuola dell’infanzia”, racconta Francesca Maria Buoli, maestra delle piccole coccinelle della sezione primavera alla scuola Ada Bolchini dell’Acqua.
“Lo scarabocchio ci mostra come il bambino si atteggi e si relazioni alla realtà ed è utile non solo come canale espressivo ma anche perché allena molteplici capacità, prima fra tutte il controllo corporeo e la coordinazione oculo-manuale, sviluppa la motricità del tenere in mano un pastello ed aiuta il movimento del braccio che si utilizza” dice la maestra Anna.
Lo “scarabocchio” è, dunque, importante per la crescita del bambino, tanto quanto parlare e camminare, perché:
– attiva un processo creativo e di verifica che diventerà, via via, istinto di soluzione dei problemi;
– è la prima manifestazione del disegno infantile che permetterà di acquisire competenze utili per la scrittura.
Il ruolo degli educatori
“Il nostro ruolo di educatori consiste nel proporre ai bimbi materiali diversi da utilizzare, così che siano posti in grado di approfondire le conoscenze mediante l’osservazione del proprio lavoro, la ricerca di altre possibilità, valutando le varie modalità di utilizzo degli strumenti, il risultato che ne consegue… Ed imparando a lavorare su se stesso il bimbo sviluppa la facoltà di produrre idee originali, acquistando fiducia nelle proprie capacità”, aggiunge Sara Russo, direttrice della scuola Ada Bolchini dell’Acqua.
“La traccia”, sostiene Sara, “è espressione emozionale, il segno spontaneo sul foglio è fine a se stesso e il bimbo lasciato libero di esprimersi si apre alla meraviglia di comprendere che il gesto del suo braccio diventa visibile, che è in grado di lasciare una traccia. Il bimbo inizia con il ripetere lo stesso tratto per il piacere di osservare un elemento noto e di capire di potere eseguire quel tipo di traccia, poi passa a variare i suoi gesti, acquisendo una sempre maggiore conoscenza su come utilizzare il proprio corpo. E di qui all’interno del foglio, dunque di regole definite, sperimenta il concetto di alto-basso, dentro-fuori, linee chiuse, spezzate, forme circolari e sempre più definite e perfette”.
Non bisogna rimanere delusi se i “pasticci” non hanno alcuna somiglianza con la realtà: non si tratta di errori ma della prospettiva del bambino. Mai fare paragoni con altri bimbi, per non scatenare sensi di inferiorità; allo stesso modo non bisogna rimanere delusi se il bimbo si stanca e limita l’investimento iniziale. Il piccolo si aspetta che l’adulto, sia esso educatore o genitore, apprezzi i suoi sforzi creativi, prestando attenzione all’ascolto del suo racconto, lodandolo per l’impegno profuso e riconoscendo il divertimento e la gioia che ha provato nella sua esecuzione”.
Elemento fondamentale? “Non costringere mai il bimbo a disegnare. Il bambino impara giocando, inizia in questo modo una relazione costruttiva con il mondo, con gli altri, con il sé, è importante lasciarlo libero di esprimersi, al di là del risultato e senza indirizzare i segni a significati precisi”, è la risposta della maestra Anna Martello, insegnante alla sezione primavera delle piccole farfalle.
A scuola le maestre affiggono fogli grandi per terra oppure fogli più piccoli alla parete, altri vengono consegnati al tavolo, per favorire il controllo motorio partendo da posture diverse e propongono diversi oggetti: matite, tempere, spugnette, rulli…. Perché ci sono bambini che amano sporcarsi e utilizzare le proprie dita, altri che preferiscono utilizzare l’attrezzo fornito… in questi modi i bimbi imparano piccole strategie per utilizzare l’oggetto e sperimentano vari modi per lasciare la traccia. Durante il percorso i bimbi vengono lasciati liberi anche di utilizzare le mani perché colorare il foglio con diverse parti del corpo permette loro di acquisire la consapevolezza del sé corporeo. E dipingendo con le mani o con i pennelli, i bimbi si sentono meno obbligati a copiare il reale e sono spinti ad un uso più audace dei colori, creano forme astratte frutto della loro fantasia.
La relazione tra segno grafico e temperamento
Esiste una relazione tra segno grafico e temperamento?
“Solitamente gli scarabocchi vengono utilizzati dai bimbi per scaricare energie, emozioni e sentimenti negativi o positivi, ovviamente crescendo (verso i tre anni), sviluppando una maggiore proprietà di linguaggio, anche lo scarabocchio acquista un diverso significato” sostiene la maestra Francesca.
“Mettersi davanti ad un foglio bianco per i bimbi piccoli della sezione primavera, diventa un vero e proprio specchio emotivo, è liberatorio, spesso non disegnano con uno scopo preciso” aggiunge la maestra Anna.
Le maestre aprono un universo interpretativo spesso ignoto, perché esistono diversi parametri per interpretare uno scarabocchio:
- dal modo in cui il bambino tiene la matita: si può capire se è nervoso o rilassato;
- dal punto di partenza del disegno: se il bimbo parte dal centro del foglio è solitamente più sicuro di sé, se parte da un lato potrebbe essere un bimbo particolarmente timido;
- dagli spazi occupati: se sono ampi indicano sicurezza, al contrario figure piccole potrebbero denotare paure ed inibizioni, tratti in basso indicano che il bimbo ha bisogno di rassicurazioni, in alto che è creativo e fantasioso. Se il disegno esce dai bordi – cosa normale nei primi scarabocchi in cui vi è incapacità di controllare il movimento della mano – può indicare una volontà di opporsi o insicurezza;
- dalla pressione adoperata nel tratto: se è leggera indica sensibilità e timidezza, se è marcata indica grande energia, talvolta un disagio o un bisogno di essere riconosciuto;
- dalle forme scelte e rappresentate: linee curve sono solitamente morbide e dolci, dimostrano socievolezza; la linea spezzata indica tensione e disagio, temperamenti incostanti, insicurezza; i cerchi indicano l’esigenza di riorganizzare, di trovare il perché e la logica in ogni cosa; se ci sono angolature il segno potrebbe indicare una spigolosità caratteriale; un segno caotico indica a volte la necessità di esprimere il proprio mondo interiore e di essere ascoltati; i puntini sparsi qua e là indicano una richiesta di aiuto ad affrontare le proprie paure;
- dai colori utilizzati: occorre valutare il colore dominante e preferito o il colore utilizzato in maniera impropria (disgiunta dalla realtà, naturalmente per le conoscenze che ci si può aspettare per la specifica fascia di età).
blu: sensibilità;
giallo: accumulo di tensione;
nero: poca serenità;
rosso: eccesso di energia, ribellione;
verde: buon equilibrio interiore.
E’ un piacere concludere presentando due opere di bimbi della sezione primavera della scuola, compiute con i pastelli: le interpreta per noi la maestra Francesca.
La prima appartiene ad una bimba di due anni e mezzo, lei si esprime ancora con semplici sillabe e ha preferito scegliere vari colori ed utilizzarli ciascuno per breve tempo. Come notiamo il disegno è maggiormente colorato nel lato destro, in quanto molti bimbi colorano la metà del foglio della mano che inizialmente usano, ma ciò è anche l’elemento di una personalità timida. La bambina è partita dal centro del foglio scegliendo il colore rosso, il che è sinonimo di sicurezza. Il tratto è talvolta leggero e altre volte pesante, in quest’ultimo caso denota energia: si dà il caso che questa bimba ami correre e sia molto fisica. Le forme espresse sono varie, spezzate, continue, curve, perciò possiamo complessivamente dire che ha una personalità serena e anche i molti colori utilizzati esprimono il suo grande desiderio di sperimentare.
Il secondo foglio è stato colorato da una bimba più grande, precisamente di tre anni, che sa parlare bene ed impugnare nel modo corretto il pastello. Il colore predominante è il rosa, un colore delicato e sicuramente preferito da questa bimba; il tratto è leggero e circolare, di una personalità tranquilla. La bimba si esprime già a parole ed è molto sicura e normalmente i bimbi sono più sereni durante l’attività se hanno maggiore proprietà di linguaggio. In effetti lei stessa è partita dal centro e poi ha sviluppato i segni in tutto il foglio, ciò avvalora il pensiero che sia una bimba che ha fiducia nelle sue capacità.
Ogni bambino lascia la propria traccia: la magia sta proprio nel vedere come ogni segno è unico, inimitabile, cosi come unica è la personalità e l’indole di ogni piccolo!