Il nido: un’esperienza utile per un bimbo?
Molti genitori preferiscono non fare andare al nido il proprio figlio perchè vivono con difficoltà il distacco fisico derivante da questa scelta e arrivano, così, a ritenere che sia giusto che il piccolo affronti la propria fase di crescita in un momento successivo.
Ebbene, il nido è sicuramente un fattore facilitante lo sviluppo di competenze dal punto di vista cognitivo e relazionali, soprattutto quando il contesto familiare non assicura ricchezza di apporti educativi.
Possiamo dire con certezza che il nido costituisce:
- un mondo educativo dove esistono delle regole, il cui significato viene fatto comprendere con approcci pedagogicamente mirati secondo la fascia di età di appartenenza del bimbo.
- una comunità dove si intessono rapporti sociali tra adulti e bambini ma soprattutto, tra bambini. Potere vivere gran parte della giornata con una dimensione di gruppo più ampia di quella familiare, è un’immensa opportunità di apprendimento per il bimbo e soddisfa tanto il bisogno di appartenenza, quanto il bisogno di costruire il sé, nel confronto con l’altro, diverso da sé;
- un luogo dove il bimbo, attraverso il rapporto con i coetanei, sviluppa abilità, competenze socio affettive, emotive, cognitive, linguistiche e comunicative. Persino nel litigio tra pari, non infrequente nel nido, il bimbo conosce il sé e l’altro, impara a gestire la frustrazione, comprende il proprio e l’altrui limite;
- un contesto in cui i bimbi imparano a costruire insieme il loro stesso sapere, perché è nel gioco che condividono significati ed apprendimenti cognitivi;
- una dimensione in cui il bimbo inizia a tessere rapporti significativi, le prime “amicizie”, grazie alla conoscenza reciproca.
E’ al nido che il piccolo, sempre di più e soprattutto dai 18 mesi, entra in una tappa evolutiva contraddistinta dal desiderio di diventare sempre più autonomo, pur scontrandosi continuamente con i propri limiti…e l’adulto educatore accoglie e decifra le sue paure e gelosie, guidandolo al migliore comportamento.
In conclusione, andare al nido rappresenta il migliore regalo per un bambino, ora più che mai!
L’inserimento al nido nella scuola Ada Bolchini dell’Acqua
La scuola Ada Bolchini dell’Acqua dispone di un nido recentemente ristrutturato (per bimbi fino ai due anni), di due sezione primavera e di 6 sezioni dell’infanzia.
Quando una famiglia decide di fare frequentare il nido presso la scuola Bolchini, entra in contatto con la struttura prescelta nella quale il bimbo affronta un periodo variabile, comunque breve, chiamato inserimento.
L’obiettivo dell’inserimento in Bolchini è quello di creare un ambiente educativo in continuità con il contesto familiare.
In effetti, grazie all’inserimento il bimbo impara pian piano quella che è la scansione temporale della giornata, mostra dimestichezza con l’ambiente… manifesta maggiore sicurezza e serenamente diventa capace di auto-riferirsi alla propria educatrice, nei normali momenti di scoperta e di richiesta di aiuto.
L’equipe educativa della scuola Ada Bolchini dell’Acqua, composta da Mary Scigliano, Paola Cossa, Roberta Bovati e Cristina Marchione, dedica ampio spazio allo scambio di idee e di riflessioni con la famiglia affinchè questo momento sia vissuto con serenità.
In effetti, dal momento dell’inserimento e anche successivamente durante il percorso al nido, le educatrici si impegnano ad affrontare le fatiche dei bambini e degli adulti e ricercare valide strategie educative, in grado di fornire un concreto supporto nel percorso di crescita del bimbo stesso, in un reciproco e costante confronto con i genitori.
E anche se dal mese di settembre a causa dell’emergenza Covid – 19 non è permesso ai genitori di fermarsi negli ambienti educativi, la situazione non ha impedito alle educatrici della scuola di prestare ancora più attenzione, affinchè il momento attuale non renda distante e inavvicinabile il mondo dell’educazione e, anzi, di potere intrecciare trame coerenti con i tempi e le azioni quotidiane.
“Al nido i bimbi raggiungono diverse autonomie, dal riuscire a rimanere in piedi, al mangiare da soli, all’iniziare a comunicare in modo consapevole sino ad imparare piccole paroline…” dice Mary, coordinatrice del nido della scuola. “I maggiori progressi del bimbo sono proprio nella fascia d’età 0-2 anni, rispetto a quelle ulteriori. Negli ultimi anni.. ” dice meravigliata “ ..notiamo che i bimbi sono più aperti e predisposti ad esperienze nuove e recepiscono meglio gli stimoli, per esempio, ieri un bimbo mi ha chiesto PERCHE’, ma di solito i bimbi manifestano questa progressione nella seconda parte dell’anno scolastico, dunque ritengo che il nido sia, ora più che mai, un’esperienza importante e da consigliare ai genitori per i propri bimbi”.
Paola, educatrice, aggiunge: “un tempo il nido era concepito come un luogo di mera assistenza, ora i genitori colgono il valore educativo del nostro nido e, anzi, lo scelgono anche perché ne apprezzano il progetto educativo. Al nido i bimbi crescono con i coetanei, imparano anche dai più grandi perché i gruppi sono omogenei per età, ma ci sono anche attività in comune, infatti i bimbi imparano molto dal confronto e dall’imitazione. Al nido i bimbi imparano a stare con figure diverse dai genitori, a socializzare, a crescere. Nei primi due anni memorizzano moltissime informazioni che vengono riposte in un luogo in cui sedimentano… Poi, crescendo, iniziano a perfezionare ed affinare quanto appreso precedentemente. Durante il nostro percorso insieme, sollecitiamo i 5 sensi del bimbo con materiali vari, certamente non di plastica, tendiamo a costruire noi i giochi proposti e non sono mai giochi che danno stimoli meramente ripetitivi: sono talvolta ceste sensoriali e monotematiche, altre i pannelli tattili o le bottigliette sensoriali e altro ancora…”
Come si svolge l’inserimento al nido della scuola Bolchini?
Risponde Mary: “in primo luogo proponiamo alla famiglia un colloquio conoscitivo possibilmente in presenza o a distanza che è utile per esporre dubbi, domande e parlare in modo più specifico del bimbo, perché ogni bimbo ha esigenze e modalità interattive differenti. In fase di inserimento del figlio, i nostri genitori si sentono accolti e non hanno paura a manifestare timori o fragilità che, anzi, superiamo insieme. Durante la settimana inviamo ai papà e alle mamme dei bimbi delle foto sui momenti di vita del piccolo e sui progressi fatti, così che possano essere costantemente informati e rassicurati, perché i nostri genitori hanno le credenziali per accedere alla nostra App. Ci sono bimbi che piangono subito in fase di inserimento, bimbi che piangono dopo, ma i genitori imparano a fidarsi di noi e a non vivere questi comportamenti con troppo sconforto, perché sanno che il nido è una valida opportunità di crescita per il bimbo. E poi è tutto in discesa…. OSSERVAZIONE E SENSIBILITA’, EMPATIA, CURA DEL BAMBINO E COMUNICAZIONE CON L’ADULTO, SONO QUESTI I VALORI IN CUI CREDIAMO”.
“Poi eccoci all’inserimento vero e proprio: i primi due giorni il genitore resta dentro al nido con il bimbo per un’ora: in questo tempo il bimbo conosce l’educatrice e l’ambiente e il genitore può ulteriormente confrontarsi con l’educatore. Il terzo giorno si prova un piccolo distacco, il genitore entra con il bimbo e dopo circa 20 minuti viene allontanato. Il quarto giorno avviene il distacco alla porta e l’educatrice resta con il bimbo per circa un’ora, senza il genitore. Da questo momento il genitore non entra più al nido con il piccolo e, compatibilmente con i tempi naturali del bambino, si prolunga il suo orario fino a comprendere la pappa, la nanna, e il pomeriggio, ove richiesto. In genere l’inserimento si ultima talvolta in una, più spesso in due – tre settimane. Maggiore è l’orario di permanenza del bimbo al nido, più lungo potrebbe essere il tempo richiesto per un sereno inserimento, ma mai oltre le tre settimane. Per andare incontro alle esigenze dei genitori proponiamo un pre-scuola tra le 7,30 e le 8,30 del mattino e una fascia oraria principale di consegna del bimbo che è molto ampia, ossia compresa tra le 8,30 e le 9,15: desideriamo così, non turbare le abitudini mattutine del bimbo e della famiglia tutta, tra cui quella del sonno che aiuta la crescita ed è rigenerante per il bambino”.
****************************
“E’ bello vedere che i bimbi si lanciano verso di te sereni, all’inizio della giornata insieme”, dice Mary.
“La cosa più bella che mi è stata detta?” afferma Paola: “grazie perché ci aiutate a fare crescere i nostri bimbi”.
“Il consiglio che diamo a tutte le mamme e i papà per rendere l’inserimento più sereno e naturale per il bimbo? Consegnatelo a noi con il sorriso”, dice Paola: “il bimbo percepisce il dispiacere per la separazione da parte del papà o della mamma – comprensibile e legittimo in un primo momento – ma se il bimbo comprende che per il genitore quello che sta facendo è una cosa giusta e che si fida dell’educatrice, lui stesso affronterà la nuova fase di vita con gioia, con serenità e con curiosità, come è giusto che sia!”.
*********************
Emerge, dunque, la ricchezza del lavoro svolto con passione da Mary, Paola, Roberta e Cristina, che non si esplica nella sola “custodia” ma è cura ed educazione, insieme alle famiglie, all’interno di relazioni, spazi e tempi pensati.
Dall’osservazione alla progettazione degli spazi, dei tempi, dei materiali, per incuriosire, generare piacere, ma anche nel fare un passo indietro, così che i bimbi possano essere i veri protagonisti del percorso di crescita e di costruzione del loro sapere e del loro sé.
Perché ciascun bimbo è speciale, nella propria meravigliosa unicità.