Centri estivi 2020 aperti: i bimbi tornano a giocare insieme
Dal 15 giugno i bimbi tornano a far amicizia tra di loro, grazie alla riapertura di centri estivi e oratori, ambienti sicuri e accoglienti.
La curiosità dei bambini, la loro spinta alla scoperta del mondo, si esprime anche nel bisogno di relazione. Dal 15 giugno aprono centri estivi e oratori. Così è previsto dal DPCM firmato dal premier, Giuseppe Conte, per organizzare e controllare le ripartenze fino al 14 luglio, e dall’ordinanza del presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, che snellisce l’iter burocratico.
Nell’allegato 8 del decreto c’è il regolamento stabilito dal Dipartimento delle politiche per la famiglia. In questo documento si trovano tutte le indicazioni per garantire la sicurezza dei bambini e bloccare ogni possibilità di contagio da coronavirus.
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria nel nostro paese, le scuole di ogni grado sono state chiuse. Così genitori e figli si sono travati davanti a una situazione di difficoltà imprevista. Molto spesso gli adulti hanno dovuto portare a casa tutti gli oneri della loro professione, con la pratica del cosiddetto “smart working”. Nello stesso tempo, però, non potevano affidare i figli più bisognosi di attenzioni all’istituzione scolastica né ai nonni. Il coronavirus ha portato a chiusure obbligate per contenere il contagio. Non ha lasciato nemmeno la possibilità di chiedere aiuto alle figure di riferimento della famiglia più in là con gli anni e più esposte a rischi in caso di malattia.
Scopriamo, nell’articolo, perché il coronavirus e la chiusura delle scuole abbiano influito sui bimbi della scuola materna e primaria, soffocando il loro bisogno di relazione. Elenchiamo le linee guida del governo per preservare bimbi e operatori dei centri estivi da qualunque possibilità di contagio da coronavirus. Raccontiamo come alla scuola materna di Milano Ada Bolchini Dell’Acqua venga organizzato un centro estivo sicuro e accogliente per piccoli dai 3 agli 8 anni.
Coronavirus: come la pandemia ha cambiato la vita dei bambini
Il coronavirus ha stravolto le vite dei bambini di ogni età. Ma soprattutto hanno sofferto i bimbi più piccoli, quelli della scuola materna e delle scuole primarie. Gli studiosi in ambito scientifico e psicologico riconoscono l’importanza di avviare e sviluppare relazioni tra bambini della stessa età. Altrettanto importante è l’esperienza di relazionarsi con figure adulte nuove, esterne alla famiglia.
Il primo legame che il bimbo consolida dopo la nascita è quello con la madre. Poi, con il passare dei mesi, il piccolo inizia a relazionarsi con il padre e altre figure della famiglia. Dai 2 anni comincia a farsi strada la curiosità di rapportarsi con i coetanei. Inizialmente le esperienze di confronto tra pari di 2 o 3 anni di età sono, per così dire, “unidirezionali”. Infatti, il bimbo, tra il terzo e il quarto anno di vita, ancora non sa rispondere in modo coerente allo stimolo dell’altro.
La reciprocità del rapporto e le risposte coordinate, che permettono uno scambio interattivo, si sviluppano pian piano fino al compimento dei quattro anni. I bambini imparano a fare giochi in cui ciascuno di loro risponde all’altro in modo utile, coerente, adeguato allo stimolo ricevuto. Sono le prime forme di interazione basate sulla complementarietà delle risposte, delle azioni, dei ruoli.
Il coronavirus ha tolto temporaneamente ai bimbi la possibilità di continuare il loro cammino di esplorazione delle interazioni sociali. Per i piccoli all’inizio della scuola dell’infanzia, a Milano, e su tutto il territorio nazionale, questa sospensione è avvenuta in un periodo della vita particolarmente delicato. Nei mesi trascorsi a casa, durante il lockdown, in compagnia di fratelli e sorelle nel migliore dei casi, con la sola compagnia di un tablet, nel peggiore, quando entrambi i genitori hanno dovuto lavorare senza sosta tra le mura domestiche, i bambini possono aver sviluppato insicurezze e paure .
Il pensiero di Maria Montessori
Pedagogista che ha segnato lo sviluppo delle istituzioni scolastiche, Maria Montessori spiegale fasi della crescita del bambino. Nei primi tre anni di vita, il piccolo è contemplativo, con la sua mente assorbe esperienze nell’ambiente, nella comunità, e pian piano costruisce il proprio Sé, attraverso l’imitazione degli adulti.
Dai 3 ai 6 anni, secondo la Montessori, il bimbo vuole sperimentare maggiormente, soprattutto nelle relazioni. Desidera avvicinarsi ai suoi coetanei, stabilire un rapporto con loro. Dal contesto in cui vive e cresce, e dalle relazioni, trae spunti, nozioni, sensazioni, conoscenze che gli sono indispensabili per imparare a dare forma ed espressione alla propria volontà.
I più piccoli hanno particolarmente bisogno di relazioni
Come viene evidenziato anche dalle idee espresse e indagate da Maria Montessori nel Novecento, i più piccoli hanno bisogno di relazioni. Dall’imitazione prima degli adulti e poi dei coetanei, alla capacità di essere complementari nelle risposte agli stimoli dell’altro: tutti questi aspetti contribuiscono al percorso di crescita del bambino, alla lunga e bella strada che lo porta a essere consapevole di sé e rispettoso.
Pian piano le relazioni tra bimbi della stessa età divengono rapporti simmetrici basati su somiglianza, sentire comune, condivisione di interessi, desideri, gioie, insicurezza, momenti difficili. Le relazioni che nascono tra pari, tra bimbi della medesima età, sono definite “relazioni orizzontali”. Si tratta di rapporti in cui i piccoli riconoscono un’uguaglianza tra loro e sentono un legame di reciprocità. Nei legami orizzontali i bambini acquisiscono capacità di negoziazione, di collaborazione e aiuto, di gestione dei dissidi e delle ostilità.
Centri estivi: cosa sono per bambini e famiglie oggi
Un’esperienza per il benessere psicofisico e sociale dei bambini: è possibile viverla dal 15 giugno negli oratori e nei centri estivi. Cosa sono oggi per le famiglie e per i bimbi più piccoli questi luoghi di piccole gioie condivise tra giochi, risate e momenti di apprendimento?
Nell’attuale contesto di ripresa delle attività dopo il lockdown determinato dalla minaccia del coronavirus, centri estivi e oratori assumono un nuovo ruolo. Diventano luoghi di sostegno per bambini che hanno dovuto trascorrere mesi in una situazione critica, con i genitori preoccupati e contemporaneamente immersi nel lavoro senza aiuti esterni.
I più piccini hanno risentito particolarmente delle ansie che inevitabilmente hanno ghermito i cuori degli adulti. Hanno sofferto anche la mancanza della possibilità di soddisfare il proprio bisogno di relazione, di sperimentare rapporti sociali, imparare le regole del conoscersi e diventare amici.
In questo periodo strano e difficile, i bimbi possono aver covato dentro di loro angosce, insicurezza e paure. L’ambiente protetto dei centri estivi e degli oratori diventa luogo di accoglienza del bimbo, dove si presta particolare attenzione a “medicare” il disorientamento dei mesi appena trascorsi.
Educatori ed educatrici quest’anno devono essere consapevoli della particolare fragilità dei bambini, come conseguenza di tutti gli stravolgimenti della pandemia del coronavirus.
Le linee guida del governo: centri estivi 2020 anti-coronavirus
Il Dipartimento delle politiche per la famiglia ha formulato le linee guida del governo per garantire sicurezza nei centri estivi contro la diffusione del coronavirus.
- I bambini devono essere suddivisi in piccoli gruppi in modo che le attività possano svolgersi mantenendo la distanza di sicurezza di un metro.
- Le attività dei centri estivi devono svolgersi prevalentemente all’aperto.
- A partire dai 6 anni di età, bambini devono indossare la mascherina.
- Ingressi e uscite devono essere scaglionati a intervalli di tempo di cinque o dieci minuti.
- All’entrata del centro estivo viene misurata la temperatura corporea del bambino con termometro senza contatto.
- Le superfici devono essere igienizzate frequentemente, così come le mani dei bambini, con apposite soluzioni fornite dal centro.
- Se alcune attività vengono organizzate in spazi chiusi, i locali vanno arieggiati continuamente.
Bonus centri estivi: per chi è e come richiederlo
Le linee guida del governo per la sicurezza, contro il coronavirus, sono affiancate dal cosiddetto “bonus centri estivi”. Infatti, le possibilità di avvalersi del bonus baby sitting sono state ampliate con il Decreto Rilancio, cioè il decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020.
L’importo del contributo è stata innalzato fino a 1.200 euro. La somma ricevuta può essere utilizzata per le quote di iscrizione dei bambini ai centri estivi 2020. L’aiuto per le famiglie può essere richiesto da dipendenti privati, iscritti alla gestione separata dell’Inps, lavoratori autonomi con iscrizione all’Inps o ad altre casse di previdenza.
Per i dipendenti della sanità pubblica l’importo del bonus centri estivi e baby sitting è innalzato a 2.000 euro, così come per tutti i lavoratori nell’ambito della sicurezza e del soccorso impegnati nel combattere il coronavirus.
Come richiedere il bonus centri estivi?
La richiesta del bonus centri estivi deve avvenire attraverso il collegamento al portale dell’Inps. Bisogna cercare ed entrare nella “sezione online > servizi per il cittadino > domanda di prestazioni a sostegno del reddito > bonus servizi di baby sitting”.
Per completare la domanda e ottenere il bonus centri estivi, bisogna avere il PIN ordinario o dispositivo, oppure lo SPID di livello 2 o superiore, oppure la carta d’identità elettronica (CIE).
C’è anche la possibilità di chiedere il contributo attraverso una telefonata al contact center dell’Inps o rivolgendosi agli enti di patronato.
Alla scuola materna di Milano Ada Bolchini Dell’Acqua, centro per bimbi dai 3 agli 8 anni
La scuola dell’infanzia di Milano Ada Bolchini Dell’Acqua organizza un centro estivo per bambini dai 3 agli 8 anni. Le attività iniziano lunedì 15 giugno e terminano venerdì 7 agosto. Le “parole d’ordine” nella gestione degli spazi, dei giochi e delle attività formative sono sicurezza e relazioni di qualità.
Le linee guida del governo vengono seguite con estrema solerzia in modo da eliminare possibilità di contagio da coronavirus. Nello stesso tempo, educatori ed educatrici sono consapevoli della particolare fragilità dei bimbi in questo momento. Così si impegnano per sviluppare con ciascuno di loro una relazione di fiducia, che trasmetta sicurezza e serenità.
L’obiettivo del centro estivo della scuola materna di Milano Ada Bolchini Dell’Acqua è aiutare i bimbi ad ambientarsi e riambientarsi in un contesto di socialità esterno alla famiglia. Vengono adottate pratiche di inserimento graduale in modo che i bambini possano sentirsi sicuri nella loro nuova quotidianità.
«Non è solo l’istruzione dei bambini che ci preme», spiega Sara Russo, direttrice della scuola. «Ci interessa la loro salute psicofisica, che si basa su intrecci che loro stessi tessono con i coetanei e con le nuove esperienze che solo l’outdoor può garantire».
La maggior parte delle attività del centro estivo della scuola dell’infanzia Bolchini di Milano sono organizzate nell’ampio giardino dell’istituto. Attraverso giochi e momenti formativi vengono stimolate le capacità motorie, linguistiche e creative dei bimbi.
Come organizzare centri estivi rispettando le linee guida del governo
I responsabili delle nuove attività della scuola dell’infanzia di Milano Ada Bolchini si sono domandati come organizzare centri estivi nel rispetto delle linee guida del governo. Gli ampi spazi all’aperto dell’istituto sono garanzia di sicurezza perché permettono di far giocare i bimbi all’esterno e di mantenere le distanze necessarie.
Inoltre, secondo le direttive del documento stilato dal Dipartimento delle politiche per la famiglia, i bimbi tra i 3 e i 5 anni di età vengono suddivisi in gruppi da 5/6 bambini. I più grandicelli, dai 6 agli 8 anni, sono invece organizzati in gruppi di 7 con un adulto di riferimento.
Cosa fare ai centri estivi? Il progetto educativo La bottega di Tullet Hervé
Il 2020 è un anno particolare, triste per molti, difficile per tutti. Il coronavirus ha imposto di progettare e rispettare una rigida organizzazione di tutte le attività, anche quelle dei centri estivi e degli oratori. Ma all’istituto Bolchini, alla sua scuola materna di Milano e alla primaria, il benessere e la spensieratezza dei bimbi sono al primo posto.
Dunque, cosa fare ai centri estivi del Bolchini, scuola dell’infanzia di Milano e scuola primaria? Il progetto educativo La bottega di Tullet Hervé guida giochi e attività di formazione del centro estivo 2020 dell’istituto Bolchini. Artista francese delle illustrazioni e della scrittura per bambini, Tullet Hervé concepisce l’opera d’arte come processo di esplorazione di se stessi, non come prodotto.
I valori proposti da Tullet Hervé sono inclusione, aiuto reciproco, incontro. I bimbi possono colorare, divertirsi e sporcarsi con i colori. L’importante non è il risultato finale, ma il percorso che il piccolo fa come esperienza di sé, nel rispetto degli altri. I bambini vengono così incoraggiati alla creatività e migliorano la loro autostima.
Gli obiettivi delle attività del progetto pedagogico La bottega di Tullet Hervé sono:
- esplorare l’universo grafico dei libri di Tullet Hervé;
- conoscere nuovi materiali e imparare a manipolarli;
- imparare a comunicare emozioni e pensieri attraverso il linguaggio verbale e non verbale.
Insegnanti ed educatori della scuola materna di Milano e della scuola primaria Bolchini hanno ricevuto una formazione specifica per affrontare la situazione post lockdown. Il centro estivo Bolchini trae ispirazione dai principi dell’outdoor education: natura, sicurezza e attenzione per il benessere dei bambini
Tag:centri estivi, summer camp