Come superare le paure nei primi anni di vita
Anche i bimbi più piccoli manifestano angosce e inquietudini, e i genitori se ne rendono conto ben presto. Del resto, la paura è un meccanismo di difesa degli esseri umani. Ci avvisa nell’immediato e in automatico della presenza di un pericolo. Così si attivano in noi velocemente due tipi di reazioni alternative: attacco e fuga. La paura protegge gli esseri umani e permette loro di non esporsi a minacce che potrebbero danneggiarli o addirittura porre fine alla loro vita. Occorre, dunque, che le paure vengano attraversate, e il genitore e l’educatore possono e devono accompagnare il bimbo dentro questa emozione con delicatezza, senza un approccio troppo diretto.
Perché una paura negata o nascosta cresce ed il rischio è che si trasformi in fobia.
Dunque, le paure dei bambini sono fisiologiche. Sono un po’ come un banco di prova per questi piccoli esseri umani che ancora devono “costruirsi” e che imparano anche attraverso l’inquietudine. I timori dei più piccini sembrano destituiti di ogni fondamento dal punto di vista di un adulto. Tuttavia, sono sentimenti che non devono essere derisi. Anzi, vanno accolti e compresi. Il messaggio da trasmettere a un bimbo per fargli imparare come superare le paure è la normalità di questa esperienza.
Tutti sperimentiamo la paura, anche negli anni della vita adulta. Così durante l’infanzia c’è il primo scontro con questa difficoltà. È compito di genitori, educatori e insegnanti accompagnare i piccoli lungo la via che li porta a imparare come affrontare la paura. Nell’articolo diamo alcuni suggerimenti sulle modalità più corrette per sostenere i bimbi di fronte ai loro timori.
Quando nascono le paure dei bambini e perché
Le paure dei bambini prendono forma e sostanza già nei primi mesi di vita. Ci sono paure innate, comuni a tutti gli esseri umani, come quella di fenomeni naturali che fanno rumori forti o creano luci repentine e forti, lampi: un esempio tipico è il temporale.
Passati i sei mesi, il bambino incomincia a manifestare la paura degli estranei. Se viene preso in braccio da persone diverse dai genitori, il piccolo si mette a piangere e diventa molto irrequieto. Questa inquietudine permane di solito fino ai nove mesi, o fino all’anno compiuto.
Tra i dodici mesi e i tre anni, i bambini esprimono grande disagio quando c’è un distacco dai genitori. Hanno paura di separarsi da loro, temono che non tornino più. Per esempio, possono piangere a dirotto quando mamma e papà escono al mattino per andare a lavorare.
Queste prime paure dei bambini sono determinate dal fatto che sperimentano la separazione dall’abbraccio della madre, dal suo contatto fisico. Si tratta di una novità per i bambini, qualcosa di ignoto che fisiologicamente crea turbamento.
I bambini della scuola dell’infanzia, tra i tre e i cinque anni, hanno paura di personaggi fittizi come, per esempio, gli orchi, le streghe, i maghi crudeli e gli spettri. Generalmente queste inquietudini sono associate alla paura del buio. Infatti, proprio dopo il calar del sole, le ombre e l’oscurità scatenano la fantasia dei bimbi, perché sono percepite come misteriose e minacciose.
Come superare le paure con l’aiuto di mamma e papà e della scuola
I genitori, gli educatori e gli insegnanti sono figure fondamentali per la crescita di una bimbo. Il loro intervento e le modalità di relazione con il bambino fanno la differenza per aiutarlo nel percorso di crescita.
Compito del genitore è supportare il bimbo ad affrontare i propri timori.
Si tratta di passare il messaggio che avere paura è normale: “tutti hanno paura, anche i grandi. Va bene se provi paura, non sei sbagliato. Io sono qui con te, non ti lascio da solo. Che cosa temi?”
L’adulto deve rapportarsi con empatia, apertura mentale e atteggiamento di ascolto. La paura non deve mai essere negata: quante volte diciamo ai bambini “non devi avere paura”? E ancora, “non ti preoccupare, il lupo non viene qui”. Per il pensiero magico del bambino, il lupo esiste, anche se non è visibile e così dicendogli è certo che quel bimbo penserà che non capiamo niente e soprattutto, che non lo ascoltiamo. Questo messaggio che vorrebbe rassicurare, rischia di peggiorare la situazione.
E’ utile, dare importanza a qualsiasi paura del bambino, anche se l’oggetto potrebbe sembrare assurdo… il bimbo deve sentirsi non giudicato o svalutato o deriso ma, legittimato e compreso.
Occorre dare il buon esempio: parlare di quando eravamo bambini e si aveva paura, il bimbo può trovare conforto nel fatto che quella paura può essere affrontata e gestita perché qualcuno prima di lui ce l’ha fatta!
Abituiamo il bambino a prendere i propri rischi: è giusto spiegare che il rischio è un’occasione per crescere e per migliorare.
Non essere iperprotettivi ed eccessivamente apprensivi, questo potrebbe rafforzare il timore del bimbo, facendolo sentire non in grado di affrontare le proprie paure. E’ necessario che il genitore si mantenga interiormente saldo e tranquillo di fronte al piccolo che, in tal modo, saprà di potere contare su qualcuno che sa mantenere il controllo della situazione.
Mettiamo in evidenza, nei paragrafi successivi, in che modo gli adulti possono dare spunti e suggerimenti ai bimbi su come superare le paure.
Come affrontare la paura degli estranei
Cosa possono fare i genitori di bimbi di pochi mesi che manifestano la paura degli estranei? Per aiutare il piccolo a non avere timore, è centrale il loro atteggiamento sempre affettuoso. Il papà e la mamma sono presenti quando una persona che non fa parte della famiglia prende in braccio il figlio. In questo modo, pian piano il bimbo capisce che può fidarsi anche di alcune persone diverse dai genitori.
Superare la paura del distacco dai genitori
Quando un bimbo ha paura di separarsi dai genitori è importante affrontare ogni momento di crisi. È fondamentale che il genitore saluti il bimbo ogni volta che deve separarsi da lui. Infatti, uscire di casa di soppiatto, con l’idea di evitare una scenata sgradevole, ottiene solo l’effetto di aumentare l’insicurezza del bambino.
Bisogna spiegare al piccolo perché ci si allontana, rassicurarlo sul fatto che il distacco è solo temporaneo ed evitare di essere bruschi. L’uso di un linguaggio semplice, che possa essere compreso dal bambino, è funzionale alla situazione. In questo modo, il bimbo capisce e può così superare l’angoscia.
Come superare le paure delle streghe, degli orchi e del buio
Come affrontare la paura che caratterizza i bimbi tra i tre e i cinque anni?
Per quanto ci sembrino irrazionali le paure dei bambini di mostri e del buio, non bisogna lasciarsi andare alla tentazione di sminuirle. Prendere in giro un bimbo perché ha paura dell’orco cattivo o della stanza scura nelle ore della notte non è il metodo corretto per aiutarlo. Allo stesso modo, cercare di spronare i bambini con frasi come “sei grandicello, non devi avere paura”, “non ti farai mica intimorire?”, “non comportarti da bambino pauroso” risulta controproducente.
Tutti gli atteggiamenti che fanno sentire il bambino inadeguato a causa della paura finiscono per minare la sua autostima e peggiorare la situazione. La modalità più adatta a rapportarsi con piccoli spaventati è rappresentata dalla comprensione e dall’ascolto. L’adulto deve mostrarsi come un alleato che capisce i timori del bambino e li rispetta.
Come superare le paure con fiabe e favole
Per fare in modo che i bimbi imparino come superare le paure del buio e di brutti e minacciosi spilungoni immaginari è utile raccontare loro fiabe e favole. Attraverso le storie i bimbi acquisiscono modelli positivi che li aiutano a capire come affrontare la paura e superare la difficoltà. Il momento della fiaba prima di dormire è utile al bimbo per imparare a non temere il buio e a gestire il distacco dai genitori.
Come affrontare la paura con i giochi
Un altro metodo utile per aiutare i bambini a capire come superare le paure è il gioco. Attraverso le attività ludiche, infatti, il bimbo può essere coinvolto in una finzione in cui si avvicina senza timori a ciò che lo angoscia e crea con quell’elemento una “relazione”. Per esempio, attraverso la finzione del gioco il bimbo può diventare amico del mostro che gli fa tanta paura quando arriva l’ora della nanna.
Le paure dei bambini in questo tempo: come possiamo aiutarli ora, per il futuro
I bambini stanno pagando un caro prezzo per l’innaturale condizione di clausura cui ci troviamo costretti e non hanno strumenti per trovare spiegazioni razionali al repentino cambio di vita che li ha travolti.
Come può un bambino accettare consapevolmente il fatto che gli altri suoi amici sono diventati potenziali pericoli e che deve starne lontano? Che le educatrici stanno bene ma sono disponibili per lui solo attraverso un video? Che non possono riabbracciare i nonni?
La neuroscienza e la storia hanno dimostrato che i bambini ed il cervello infantile hanno una capacità immensa di trovare soluzioni compensatorie e riparatrici del presente e di sapere riscrivere la narrazione del vissuto.
Questo grazie al pensiero magico e all’attitudine al superamento degli ostacoli.
Ma ciò non vuol dire che i bimbi attraversino sofferenze indenni, ricordiamoci che san bene celare le loro ansie dietro la maschera del sorriso e del buonumore.
I piccoli vivono e decodificano quello che accade nel mondo attraverso di noi e i nostri occhi.
Per i bimbi sarà difficile dare una dimensione temporale a questo periodo ma, sicuramente, si ricorderanno come è stato vissuto, la rabbia, l’allegria, i sorrisi, gli abbracci, le cose fatte insieme…si ricorderanno quel periodo di serenità a casa, con mamma e papà, o quel periodo di tensione continua ansia e preoccupazione… e sì perché loro registrano anche molto bene le urla e…il silenzio.
E’ importante dunque, creare, trasmettere e mantenere un clima sereno.
Sarà altresì utile raccogliere la storia del bambino mediante fotografie, video personali, disegni, pensieri espressi, quanto è successo in questo lungo periodo da fare condividere gli uni con gli altri. Provare cioè a creare un “racconto” per aiutarli a collocare questa esperienza ora e in futuro e per meglio comprenderla e per capire che non sono stati i soli a viverla…
In questo tempo l’adulto deve essere un attento OSSERVATORE e prestare ascolto al “non detto” del bambino, esaminando con attenzione i suoi incubi o risvegli notturni, i disegni, i giochi simbolici, specchio tutti, di un presente gravoso: il sonno disturbato, i capricci sono comportamenti capibili, visto il momento.
Sono segnali più importanti, invece, il silenzio del bambino, il suo non avere voglia di giocare o le ripetute crisi di rabbia o di pianto, allora sarà utile condividere il dubbio o il problema con altri genitori sino a potere creare una rete con professionisti dedicati.
Ma anche l’ACCOGLIENZA è una condotta necessaria in questo tempo.
Che vuol dire, per i bimbi più piccoli la presenza fisica: spesso il bisogno di tornare nel lettone, lo stare sempre attaccato al seno materno… i morsi ai genitori … possono volere dire “statemi vicino”!
Il genitore può usare il massaggio per rasserenare il bimbo: il contatto fisico permette la produzione di endorfine che possiedono un naturale effetto calmante.
Ma anche abbracciare di più il bimbo o prenderlo di più in braccio, aiuta ad affrontare la sua paura: soprattutto nei primi anni di vita, le braccia dei genitori sono il posto più sicuro al mondo.
Inoltre, è giusto e bene CONDIVIDERE la paura o il senso di tristezza con il bimbo, parlare delle sue emozioni e aiutarlo a riconoscerle: dire “capisco che ti senti così… anche io a volte mi spavento quando…”
Infatti, attraverso l’ascolto e il dialogo il genitore aiuta il bimbo a riferire i suoi vissuti e a “digerirli” così che questi, imparerà a gestire da solo l’emozione, ora e in futuro, senza reprimerla né rimuoverla.
Gli adulti devono fare parlare i piccoli ma anche giocare alimentando la loro fantasia che è il principale serbatoio di ottimismo che in questo momento possano avere perché, in assenza di interlocuzione e di confronto, i bimbi si costruiscono la loro interpretazione della realtà!
La trasformazione delle paure intollerabili in timori con cui convivere, diviene così possibile grazie alla mente dei genitori che, generosa, si presta con continuità a fare da contenitore a ciò che è insopportabile per il bambino per permettergli di recuperarlo, ripensato e risistemato, in forme più gestibili.
In conclusione, in questo tempo ed in futuro, quando ci sarà una lenta ripresa della “vita normale”, è meglio che il genitore non trasmetta al bimbo la paura del fuori ma, anzi, deve COMUNICARGLI che passerà tutto, che le mascherine verranno tolte, anche se non sa ancora come e quando tutto finirà, con lui deve essere sincero.
E deve potere fare intendere al bimbo che in questo tempo non tutto è cambiato! La vita continua e fuori dalla finestra è primavera, volano stormi di uccelli, foglioline nuove e verdi compaiono sugli alberi, i fiori sbocciano nei prati… la natura ci sta aspettando ed il futuro c’è!
In questo modo il bambino trova altri riferimenti e lo si avvicina all’esperienza del dopo!
In questo modo, quando tornerà alla “vita normale”, potrà voltarsi indietro e non avere paura e neppure confusione per quello che è accaduto e avrà avuto la possibilità di viverlo prima e di elaborarlo con i genitori e poi con gli educatori e gli insegnanti consapevoli.
Solo così potrà dire addio al virus e riprendere con desiderio e vivacità la vita di tutti i giorni e potrà capire di avere altro da imparare!
Il pensiero della scuola Ada Bolchini dell’Acqua
In questo tempo bisogna cercare e trovare le parole giuste da dire ai nostri bimbi e predisporsi a fare i conti con paure che fanno fatica a confessare (perché i bambini di fronte a una minaccia tendono a proteggere i genitori).
Bisogna dedicare loro attenzioni, farli parlare, disegnare, leggere, bisogna giocare con loro e vedere la televisione…
Il gioco, le storie, le favole e le attività espressive sono un utile strumento per aiutare i nostri piccoli a fare amicizia con la paura. Non è con il linguaggio della ragione ma con quello della fantasia che aiutiamo i bimbi a sciogliere i nodi.
Dunque potrebbe essere utile:
- sdrammatizzare con i peluches o burattini, animali… le paure del bambino, creando una storia al riguardo;
- leggere o raccontare fiabe e favole: le paure dei bambini nel loro processo di crescita sono espresse simbolicamente con un linguaggio che colgono più facilmente sul piano inconscio. Parlano una lingua facile e comprensibile e il bimbo identificandosi con il protagonista impara che la vita è fatta di sfide ed ostacoli che si possono vincere, con coraggio e talvolta anche grazie all’aiuto di altri;
- invitare il bimbo a fare un disegno della sua paura o modellarla con il pongo o la pasta di pane: il bimbo deve potere esprimersi in qualsiasi modo gli venga in mente, forma o colore. Non giudichiamo né commentiamo la sua opera. Sarà interessante anche osservare l’atteggiamento successivo del bambino che potrà decidere di riporre l’opera in una scatola magica o consegnarlo a noi perché sia al sicuro oppure distruggerla…
Bisogna fare sentire i nostri bambini importanti, non solo per noi che li amiamo, ma per l’umanità intera.
Grazie all’ascolto del genitore, il bambino può acquisire fiducia in sé e negli altri, prendere coraggio e sviluppare la convinzione che può farcela a fronteggiare le sue inquietudini sapendo che potrà sempre contare sul supporto del genitore e dell’adulto, confidando di trovare aiuto.
I nostri bimbi hanno in primo luogo bisogno di una narrazione attuale dei fatti che porti con sé una speranza di un futuro prossimo: devono sentire che i propri genitori possono progettare il futuro e che sia un futuro percorribile, che sia possibile tornare ad avere una vita sociale come prima, dove ci siano adulti capaci di occuparsi del loro benessere psicofisico.
Nel tempo necessario ad una situazione che troverà una stabilità ed un equilibrio.
Nel tempo in cui la vita tornerà “ad essere normale”.
Perché ai nostri bimbi resti in futuro il pensiero e la percezione di avere attraversato un momento difficile ma superato con forza e con coraggio e che le cose belle ritornano, perché non bisogna mai perdere la speranza e l’impegno.
Il domani incerto non deve spaventare i bambini, un po’ di paura è sintomo di coscienza, è normale…tutti rientreremo nel mondo piano piano, in punta di piedi, diversi, migliori forse, e capiremo che questa lunga attesa sarà servita a farci capire che niente è scontato e che tutto ma proprio tutto, è prezioso!